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Dott.ssa Bossi (Comitato ANDOS di Milano ODV): anche l’estetica aiuta a vincere contro il tumore al seno

Da molti anni la lotta al tumore al seno è una delle cause che più ci sta a cuore e per le quali Avon continua a dare il suo aiuto, economico e non solo.

Quest’anno, Avon ha scelto, fra le altre, di stare al fianco di ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno). Grazie anche al tuo aiuto stiamo sostenendo un progetto attraverso il quale il Comitato ANDOS di Milano, in collaborazione con il Centro Estetico specializzato Backstage Milano, potrà offrire gratuitamente la ricolorazione di nuovi complessi areola-capezzolo a donne che hanno subito interventi di mastectomia a causa di un tumore al seno.

Come sempre, però, il nostro impegno non si ferma qui!

 

ANDOS Milano

ANDOS Milano

 

Oggi abbiamo parlato con la Dottoressa Daniela Bossi, presidente dell’associazione ANDOS Milano e chirurgo senologo: leggi fino in fondo per apprendere nuove importanti informazioni sulla prevenzione del tumore al seno, per capire le sfide che una donna deve affrontare a seguito di diagnosi positiva e scoprire come anche l’estetica possa giocare un ruolo molto importante all’interno del percorso di guarigione.

 

Intervista con la Dott.ssa Bossi, presidente del Comitato ANDOS di Milano ODV e chirurgo senologo

 

Dott.ssa Bossi, buongiorno. Prima di tutto grazie del tempo che ci sta dedicando. Vorrei iniziare la nostra chiacchierata dal ‘post-operatorio’. Penso che molte persone possano immaginare le difficoltà della diagnosi o dell’operazione. Ma dopo? Quali sfide si affrontano dopo l’operazione?

Grazie a voi! Per fortuna rispetto ad alcuni anni fa siamo passati, per un’importantissima maggioranza dei casi, da trattamenti molto aggressivi a interventi meno invasivi. Inoltre, oggi riusciamo a ricostruire il seno molto meglio e con un solo intervento. Tuttavia, le cicatrici rimangono, così come alcuni segni delle terapie. Con la chemioterapia, infatti, il corpo subisce qualche cambiamento e in alcuni casi può apparire come un corpo debilitato.

Per questo come ANDOS, ma anche come medici, oggi teniamo conto della terapia psicologica, oltre che di quella fisica, e offriamo anche trattamenti estetici! Questi possono sembrare una cosa di scarso valore, una cosa superflua, invece sono estremamente importanti. Come dice sempre Angela Noviello (direttrice Italia di OTI – Oncology Training International, ndr) :”immaginate di fare chemioterapia e vedere le vostre unghie ben curate e con una perfetta manicure, anzichè sfaldate dagli effetti della terapia. Il modo di affrontare la stessa cambia completamente e la si affronta molto meglio”. Per alcune donne questo può fare la differenza fra la scelta di portare a termine la terapia o quella di abbandonarla perché non se ne sopportano gli effetti collaterali.

 

A proposito di trattamenti estetici. Avon quest’anno supporta un progetto volto a offrire gratuitamente il “tatuaggio del capezzolo”. In cosa consiste e quanto è importante questa pratica?

Durante la ricostruzione del seno oggi riusciamo a ricostruire anche il capezzolo. Però, chirurgicamente si ricostruisce solo la protuberanza ma non il colore dell’areola. La dermopigmentazione dell’areola aiuta la donna a recuperare la sua integrità. Questo è fondamentale perché, come dice sempre il nostro chirurgo plastico, il dottor Andrea Manconi: “se una donna guardandosi, vede un corpo normale, che non le richiami immediatamente il ricordo della malattia, il percorso di guarigione ha già fatto un ulteriore passo in avanti."

L’opportunità di effettuare questo tatuaggio, però, è offerta gratuitamente dagli ospedali molto raramente. Per questo l’aiuto di Avon è molto importante!

È vero che, per fortuna, sono sempre meno le donne che ne hanno bisogno, grazie a interventi sempre meno invasivi, ma per chi ne ha bisogno è una grandissima cosa. Basti pensare che quando il nostro Comitato ANDOS ha comunicato attraverso i propri canali social che avrebbe offerto gratuitamente il tatuaggio, in pochi minuti 3 donne ci avevano già chiamato. È un’esigenza che viene sentita ma non soddisfatta, quindi Avon ci ha permesso di fare la differenza per queste donne.

 

Questa esigenza potrebbe essere anche un indice delle difficoltà economiche che le donne con diagnosi di tumore al seno devono affrontare? Abbiamo visto che ANDOS ha lanciato un’indagine in merito…

Sì, l’indagine su quella che abbiamo definito la Tossicità Finanziaria legata a tali diagnosi, ci serve per avere un riscontro di quella che è una nostra sensazione. Il fatto è che spesso, oltre alle difficoltà familiari – perché questa malattia è una prova molto dura anche per chi è vicino alla paziente - le donne devono affrontare anche questioni economiche e lavorative.

C’è una grande difficoltà a mantenere la propria posizione lavorativa, si assiste ancora a licenziamenti per donne che hanno dei lunghi periodi di malattia e di terapia.

Questo impatta il ritorno alla normalità di cui parlavamo prima anche e proprio da un punto di vista fisico e concreto. Ci vuole un’attenzione particolare per questo tipo di donne.

 

Ha parlato di lunghi periodi di malattia e di terapia. Può darci un’idea di quanto lunghi possono essere?

Quando parliamo di chemioterapia parliamo di circa 6 mesi, durante i quali la paziente può lavorare ma, ovviamente, con tutte le difficoltà che questo trattamento comporta.

Per chi invece affronta un semplice quadrante (intervento chirurgico conservativo per la rimozione del tumore al seno, ndr), con la radioterapia si tratta solo di qualche mese, però poi la paziente deve proseguire con una terapia ormonale che dura 5 anni, durante i quali si presentano, comunque, alcuni effetti collaterali. È un lungo viaggio.

 

Un’ultima domanda, stavolta parliamo del “prima”. Può dare a chi ci legge un vademecum per la prevenzione del tumore della mammella?

Certo. Grazie alle nuove tecnologie, in quasi il 50% delle donne, il tumore viene individuato in fase preclinica, ovvero prima che si possa palpare. Per questo motivo l’autopalpazione non è più una forma di autodiagnosi che possa fare in alcun modo la differenza: quindi cosa fare? Controlli programmati e con cadenza regolare e ricordare che circa il 30% dei tumori al seno viene diagnosticato in donne sotto i 45 anni.

Il vademecum è quindi: iniziare con una prima ecografia intorno ai 25 anni.

Fare una ecografia all’anno tra i 30 e i 40 anni.

Dai 40 anni fare la mammografia e l’ecografia tutti gli anni o secondo l’indicazione del senologo.

Dai 45 anni entrare nei programmi di screening che prevedono la mammografia tutti gli anni fino ai 50 anni, e ogni due anni dai 50 ai 75 anni.

Il consiglio è però quello di continuare a fare comunque una mammografia ogni anno.

Infine, l’intervento del senologo è fondamentale per valutare i fattori di rischio e consigliare gli ulteriori esami necessari o la frequenza dei controlli.

 

Grazie mille Dott.ssa Bossi, è stato un piacere parlare con lei.

Ora è il tuo turno di parlare e… agire per la prevenzione e la lotta al tumore al seno!

L’informazione è potere e la dott.ssa Bossi ci ha aiutato a raccogliere informazioni importanti su come si previene e come si affronta il tumore al seno, ma anche su come si aiutano le donne che lo stanno affrontando.

Ora tocca a te diffondere queste informazioni e aiutarci a fare sempre di più contro questa malattia:

  • condividi questo articolo con quante più persone puoi e parlane con tutti;
  • scopri, regalati e regala i nostri articoli “Insieme contro il tumore al seno” con donazione inclusa: ogni semplice Collana, Bracciale, Trousse, Candela o Lozione corpo per coccolarti un po’ possono aiutarci a fare la differenza nella vita di sempre più donne.
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